Non vanifichiamo gli sforzi delle Amb

di Alessandro Robertini, Presidente regionale Partito Socialista del Bellinzonese
pubblicato da “La Regione”

 

Da diversi anni le Aziende municipalizzate di Bellinzona (Amb), futuro fiore all’occhiello anche della nuova Città aggregata, si sono impegnate a fornire alla clientela solamente energia rinnovabile (idrico, solare, eolico, biomassa) escludendo dal mix energetico di approvvigionamento tutti i vettori non rinnovabili quali nucleare, petrolio, gas naturale e carbone. Una scelta oltremodo lungimirante e che anticipa di diversi anni la strategia energetica 2050 della Confederazione, che mira a una progressiva chiusura delle centrali nucleari presenti sul territorio svizzero. Questo, mantenendo i prezzi dell’elettricità decisamente concorrenziali e attrattivi sia per il cliente privato, sia per quello industriale.

Un segnale forte nell’ottica della sensibilizzazione dei cittadini a un futuro energetico ambientalmente ed economicamente sostenibile, a dimostrazione che la rinuncia alle energie ‘sporche’ è possibile. Fra un mese saremo chiamati ad approvare l’iniziativa popolare federale “Per un’uscita pianificata dall’energia nucleare” lanciata dai Verdi svizzeri e sostenuta, oltre che dall’area di sinistra, anche da un ampio fronte di personalità di centro, come l’ex Consigliere agli Stati Plr Dick Marty, da imprenditori che mirano a un piano concreto di abbandono a favore di un potenziamento delle energie rinnovabili, nonché dalla Conferenza dei vescovi svizzeri e da numerose altre organizzazioni.

Altro che ‘Salto nel buio’, come titolava ironicamente in prima pagina un noto quotidiano nel dare la notizia del primo sondaggio nettamente favorevole al tema. Non dovesse essere così, sarebbe un brutto segnale per la politica energetica della Città e delle sue Aziende, che vanificherebbe i numerosi sforzi intrapresi in questi anni a favore di un approvvigionamento energetico moderno e al passo coi tempi. Solo una strategia incisiva di rinuncia al nucleare potrà creare gli stimoli necessari a un ulteriore potenziamento del rinnovabile e a un rilancio economico a breve termine.

Three Mile Island, Chernobyl, Fukushima, fanno da monito ai pericoli insiti in impianti che per anni possono funzionare in modo apparentemente ‘sicuro’ ma che poi improvvisamente degenerano in irreparabili disastri per l’umanità. Senza dimenticare il problema dello stoccaggio delle scorie che si protrarrà per diversi decenni oltre lo spegnimento dell’ultima centrale. La tenacia degli abitanti altoleventinesi, di cui ebbi l’onore di far parte, che negli anni Settanta si opposero con decisione al paventato deposito di scorie radioattive in Val Canaria, sia da esempio a chi sarà chiamato a decidere su questo importantissimo tema il prossimo 27 novembre

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