Comitato cantonale del 6 settembre a Bellinzona

Igor Righini ha evidenziato l’importanza delle votazioni del 24 settembre, su cui spicca la riforma «Previdenza per la vecchiaia 2020», per la quale – ad aprile scorso –  è stata organizzata una votazione generale in seno al Partito. Ne è risultato un Sì chiaro e deciso che non ci deve fare dubitare: il 24 settembre votiamo due Sì. Discorso che ha trattato anche di quanto lavoro e salari siano al centro dell’attenzione del PS così come dell’azione politica del Partito. Infine, non poteva mancare qualche parola a proposito dell’elezione, il 20 settembre, della futura o futuro Consigliere federale. Benché il Ticino attenda di essere rappresentato al Consiglio federale, e sia giunto il tempo di avere una rappresentanza nello stesso, Igor Righini ha affermato che il candidato del PLR sia un esponente della destra neo-liberale che “non lo rappresenta”.

Evaristo Roncelli ha rassegnato le dimissioni dalla Presidenza del Comitato cantonale per delle ragioni legate all’esperienza professionale di ricercatore (SUPSI) e dottorando (USI) che ha intrapreso. Il Comitato cantonale ha eletto la copresidenza di Laura Riget e Corinne Sala. Verbalista: Leila Totti. Congratulazioni a loro, grazie a Evaristo Roncelli e auguri di buon lavoro.

Michela Delcò-Petralli (Verdi) e Enrico Borelli (UNIA) invitati dal Comitato cantonale, sono intervenuti riguardo all’introduzione del salario minimo legale. Nell’intervento è stato evidenziato l’unità del fronte UNIA-Verdi-PS in materia: vogliamo l’introduzione di un minimo salariale legale quale misura di politica sociale per lottare contro la povertà e il fenomeno dei “working poor”. Si tratta di concretizzare almeno il primo punto dell’iniziativa “Salviamo il lavoro in ticino”. Il salario minimo va introdotto alla luce della sentenza del Tribunale federale di agosto, riguardo al caso di Neuchâtel. La sentenza fa giurisprudenza, riconosce che il salario minimo introdotto a Neuchâtel non lede né la libertà economica né quella della concorrenza ed è conforme al diritto federale. Secondo il calcolo del reddito determinante per le prestazioni complementari (AVS/AI) – per cui ha Neuchâtel è stato introdotto un salario minimo di 20 franchi all’ora – in Ticino può essere introdotto un salario minimo di 21.50 franchi all’ora, visto che i premi di cassa malati sono più alti.

Come deciso dalla Conferenza cantonale sul lavoro dell’aprile scorso, siamo impegnati affinché sia questo il minimo salariale che va introdotto in Ticino.

Ivo Durisch ha presentato l’attività e l’azione politica del Gruppo PS in Gran Consiglio in funzione dei grandi temi che verranno trattati in Parlamento dopo la pausa estiva. La politica finanziaria del Contone è un punto centrale del lavoro parlamentare del prossimo futuro. Il Capogruppo PS ha evidenziato che ci attende la misura di 20 milioni di tagli supplementari, la quale toccherà anche i sussidi per i premi cassa malati. Il sociale e la socialità non possono sopportare ulteriori tagli, soprattutto in seguito ai tagli dell’ultima manovra finanziaria di rientro. A febbraio anche i partiti di maggioranza dissero che si sarebbe trattato dell’ultimo taglio alla socialità e che bisognava fare altrimenti. Oggi constatiamo che non è il caso.

Centrale anche la questione degli sgravi fiscali: il gruppo PS porterà avanti un’azione parlamentare volta a ottenere più equità, anche dal punto di vista fiscale. Gli sgravi concessi ai più alti redditi alimentano infatti le differenze tra il ceto medio-basso e gli alti, e altissimi, redditi. Infine, è stato proposto un approfondimento riguardo alla modifica della Legge della scuola, o l’introduzione della civica. Il campo degli iniziativisti ha strumentalizzato il lavoro parlamentare a dei fini propagandistici. Se in Parlamento si è lavorato al fine di evitare le conseguenze negative dell’iniziativa sulla scuola, le allieve e gli allievi, il fatto che gli iniziativisti abbiano voluto comunque il voto popolare riapre la possibilità affinché lo stato attuale dell’insegnamento della civica non subisca nessuna alterazione né modifica. Per questo, l’invito e votare NO alla modifica della Legge della scuola.

In questo senso, il Comitato cantonale ha deciso di adottare le posizioni seguenti: NO alla malacivica, SÌ alla Sicurezza alimentare e Sì a “Tutti per uno, uno per tutti”.

NO alla malacivica
Insegnare e apprendere la civica come materia separata è un’idea antiquata e controproducente. Nella formula proposta, questa disciplina non è più insegnata in molti Stati democratici. Per rendere più efficace il suo insegnamento, in vari Cantoni svizzeri la civica da tempo è stata incorporata nell’insegnamento di altre materie. Da più parti viene segnalato che l’insegnamento dell’educazione civica come materia a sé stante non determina necessariamente un miglioramento delle competenze degli studenti. Lo studio Supsi Cittadini a scuola per esserlo nella società (febbraio 2012), al quale si sono ispirati i promotori dell’iniziativa, sconsiglia esplicitamente questa soluzione. Diciamo NO alla modifica della Legge della scuola il 24 settembre.

SÌ alla Sicurezza alimentare
La modifica costituzionale proposta intende rafforzare l’orientamento attuale della politica agricola. Il testo chiede che la Confederazione agisca attivamente per potenziare l’approvvigionamento della popolazione con derrate alimentari prodotte a livello locale e in modo sostenibile. L’interconnessione tra produzione, distribuzione e commercio su scala locale favorisce sia una migliore tracciabilità dei prodotti sia una migliore qualità accessibile ai consumatori. Si tratta di favorire una produzione adeguata al mercato, affinché lo spreco venga ridotto alla base puntando sulle sue potenzialità.

SÌ a un finanziamento solidale
Il Gran Consiglio ha accolto il controprogetto all’iniziativa «Uno per tutti, tutti per uno». Il testo indica che Cantone e Comuni devono collaborare per garantire la dotazione di servizi, in particolare in materia di strutture scolastiche e prestazioni sociosanitarie. La modifica costituzionale è fondamentale per definire le responsabilità degli Enti pubblici nell’adempimento dei compiti e per difendere i diritti della popolazione nei comuni meno forti.

 

 

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