Commissione scolastica: un comunicato stampa inaccettabile

Il PS esprime il suo disaccordo riguardo al comunicato stampa della Commissione scolastica da cui i suoi deputati si distanziano fermamente. I metodi, i toni e le falsità contenute in questo comunicato sono all’opposto del senso civico e sviliscono il dibattito democratico.

Il Partito Socialista disapprova l’odierno comunicato stampa diramato dalla Commissione scolastica del Gran Consiglio, sia per i suoi contenuti sia per quanto riguarda il metodo, i toni e le illazioni formulate a proposito di Manuele Bertoli, Presidente del Consiglio di Stato e direttore del DECS. Nel comunicato stampa sono state formulate delle falsità, con l’aggravante dell’assenza di una verifica fattuale in seno alla Commissione e senza che sia stata richiesta conferma al diretto interessato. Il PS tiene a precisare che i suoi Deputati in seno alla Commissione scolastica si distanziano fermamente dai contenuti del comunicato citato, cui si sono opposti, deciso e votato dalla maggioranza della Commissione. L’affermazione secondo cui “l’intera Commissione scolastica e con essa la popolazione” si sia “sentita offesa e presa in giro” è quindi un’inammissibile menzogna.

Come precisato a giusto titolo da una nota del Consiglio di Stato, Manuele Bertoli non ha aderito ad alcun comitato contrario all’iniziativa popolare «Educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia» e per ciò che concerne altre sue prese di posizione – come ad esempio delle opinioni pubblicate sulla stampa – ha rispettato le norme stabilite dal Consiglio di Stato in materia di votazioni.

Il comunicato stampa odierno, con l’aggravante di essere stato diramato da una Commissione del Gran Consiglio, va ad aggiungersi a un’inverosimile serie di attacchi gratuiti, affermazioni denigranti verso gli insegnanti, strumentalizzazioni e falsità pronunciate dai promotori favorevoli alla modifica della Legge della scuola. Questi metodi sviliscono il dibattito democratico, non hanno nulla a che spartire con il comune senso civico e minano il terreno della scuola per uno scopo puramente propagandistico, per nulla rispettoso dei bisogni delle ragazze e dei ragazzi. È infine a dir poco sconcertante che questi siano i toni e i metodi utilizzati da coloro i quali pretendono d’imporre una loro lettura della civica, adottando delle attitudini e mostrando un esempio sprovvisto di correttezza e situato all’opposto degli obiettivi mirati dall’educazione alla cittadinanza.

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