Le rivendicazioni delle Donne* socialiste

«Lo sciopero femminista è necessario perché urgono delle soluzioni vincolanti per combattere le ingiustizie, fin troppo evidenti, alle quali le donne ancora oggi sono esposte» ha detto la Consigliera nazionale vodese Ada Marra nel suo discorso all’Assemblea delle Donne* socialiste svizzere del 23 marzo scorso. Ed è esattamente quello che le Donne* socialiste faranno: porteranno le loro quattro rivendicazioni principali, decise dall’Assemblea, con convinzione allo Sciopero femminista del 14 giugno e nei consessi politici adeguati.

 

LE DONNE* SOCIALISTE SVIZZERE RIVENDICANO: 

  • Un posto gratuito in un asilo nido per ogni bambino!
    Attraverso un nuovo articolo costituzionale vogliamo che la Confederazione e i Cantoni garantiscano delle offerte di qualità per l’accudimento e la presa a carico dei bambini a partire dai quattro mesi.
    È infatti inaccettabile che ancora oggi per molte donne la possibilità di poter svolgere un lavoro e, di conseguenza, essere indipendente, dipenda dal fatto di poter trovare nelle loro vicinanze un posto a pagamento in un nido. Il diritto costituzionale a un posto in una struttura d’accoglienza per la prima infanzia offrirebbe anche ai bambini, già di partenza, una maggior equità d’opportunità.
  • Finalmente delle misure vincolanti per la parità salariale!
    Le recenti cifre sulla parità salariale dell’ufficio federale di statistica UST dimostrano chiaramente che in Svizzera esistono ancora delle importanti differenze salariali tra donne e uomini. La situazione è addirittura peggiorata per quanto riguarda la parte “discriminatoria”, cioè la differenza salariale a parità di professione e qualifica! La disparità salariale si rispecchia anche sulle rendite: le donne percepiscono in media il 40% in meno di rendita vecchiaia. La povertà nella vecchiaia è femminile. La modifica della Legge sulla parità, annacquata dalla destra borghese del Parlamento federale, è purtroppo largamente insufficiente per poter essere incisiva. Noi chiediamo di finalmente introdurre delle misure vincolanti sulla parità salariale.
  • Una migliore retribuzione delle professioni cosiddette “femminili”
    Nessuno mette in dubbio che la manutenzione di un riscaldamento o la riparazione di un’automobile abbia un suo costo. Le prestazioni invece delle professioni “tipicamente femminili”, come ad esempio l’accudimento di bambini, la cura delle persone anziane e malate o la vendita al dettaglio sono sottopagate. Eppure queste donne con il loro lavoro rendono un servizio molto importante alla nostra società. È inaccettabile che questo non venga riconosciuto e che i salari che ricevono spesso non garantiscono loro l’esistenza. Noi vogliamo che ciò cambi!
  • Un congedo parentale paritario
    Per favorire la parità tra donna e uomo nell’ambito lavorativo e della cura ed educazione dei figli, è necessario l’introduzione di un congedo parentale. Esso deve essere più esteso delle 14 settimane di congedo maternità, ma non lo deve intaccare. Al minimo i genitori devono poter disporre di ulteriori 50 settimane di congedo parentale, che devono riscuotere ciascuno a metà. Entrambi i genitori devono avere il diritto di mantenere il posto di lavoro attuale con una percentuale più bassa dopo il congedo parentale. Inoltre rivendichiamo una maggiore protezione da licenziamento per genitori che tornano al lavoro dopo la nascita di un figlio. Visto che il periodo di ambientamento di un figlio adottivo è una fase molto delicata e impegnativa, il diritto al congedo parentale deve valere ugualmente in caso di adozione.

Gina La Mantia, Segretaria centrale di PS Donne*

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