Le sfide della libera circolazione

Articolo di Graziano Pestoni, Presidente USS Ticino e Moesa, apparso su La Regione del 14 luglio:

Da alcuni anni, in Svizzera, viviamo in un regime di libera circolazione delle persone a livello europeo. Una specie di torre di avorio rispetto a tutti gli altri paesi. Dapprima limitata a importanti, ma relativamente pochi paesi, la libera circolazione, in anni piu? recenti, si e? estesa ai paesi dell’Est europeo, sotto la spinta del mondo economico che voleva attingere piu? facilmente a manodopera a buon mercato.

Queste disposizioni hanno avuto due conseguenze contrapposte. Una positiva e l’altra negativa. Quella positiva riguarda la possibilita? per i cittadini svizzeri di recarsi, senza nessuna difficolta?, in tutta Europa per ragioni di studio o di lavoro. Ne hanno approfittato in molti. Favorire la mobilita? tra paesi significa aumentare le possibilita? di effettuare esperienze molto utili. Cio? ha favorito anche i centri di ricerca. Quindi, meno burocrazia e meno controlli. Un mondo senza frontiere, anche se limitato a una piccola parte del mondo, e? sempre stato un sogno per molti.

La libera circolazione ha tuttavia avuto anche conseguenze negative, in particolare per il mondo del lavoro. Sono state adottate una serie di “misure di accompagnamento”. Ma esse sono applicabili solo ai settori in cui esistono contratti collettivi di lavoro oppure regolamentazioni degli enti pubblici. In questi casi sono previsti controlli sul rispetto delle condizioni di lavoro, soprattutto, ma non solo, sui livelli salariali. Negli altri settori professionali, che rappresentano oltre la meta? della manodopera, per esempio il terziario privato, non esistono regole. Non e? illegale versare stipendi da 1500/2000 franchi al mese, anche per professioni qualificate. E? inutile precisare che molti datori di lavoro ne hanno approfittato ampiamente. Cio? ha provocato un aumento del numero dei frontalieri, in grado di accettare bassi salari, poiche? il costo della vita, soprattutto in Italia, e? molto meno elevato. Ha pure provocato un afflusso dei “lavoratori distaccati”, ossia di dipendenti di aziende straniere che svolgono lavori in Svizzera per periodi limitati. Il numero dei posti di lavoro in Svizzera e? aumentato. Ma i posti con stipendi adeguati, ossia tali da permettere di vivere in Svizzera, sono diminuiti. C’e? stato un aumento del precariato, degli stages non rimunerati, del lavoro su chiamata e una pressione verso il basso di tutti gli stipendi e delle condizioni di lavoro. Si e? assistito, per la prima volta nel secondo dopo guerra, a un considerevole peggioramento delle condizioni di vita.

La situazione si e? anche aggravata in seguito alla politica neoliberale condotta dalla Confederazione e da molti cantoni, dalle privatizzazioni di molti servizi pubblici e da un degrado dei servizi all’utenza.
E? tuttavia importante che la libera circolazione sia mantenuta. Il problema non consiste infatti nella possibilita? per gli stranieri di lavorare in Svizzera, bensi? nel fatto che tutti, sul nostro territorio, dovrebbero ricevere stipendi svizzeri. Sarebbe stato auspicabile quindi che venissero introdotte efficaci misure di accompagnamento prima della votazione del 27 settembre sull’iniziativa dell’Udc. Sindacato e organizzazioni progressiste avrebbero dovuto chiedere con maggiore forza decisioni in questo senso. Auspichiamo tuttavia che misure contro il dumping salariale siano adottate al piu? presto. E? pure auspicabile che il progetto di “accordo quadro” con l’Unione europea venga abbandonato. Esso peggiorerebbe le gia? scarse misure di accompagnamento e favorirebbe ulteriormente la privatizzazione di servizi pubblici.

La libera circolazione rappresenta pertanto una sfida per il nostro paese e i suoi cittadini. La consigliera federale Karin Keller Sutter ha affermato che gli accordi bilaterali sono necessari per la nostra prosperita?. Essi potranno infatti essere un fattore di progresso, pero? soltanto se questi accordi saranno accompagnati da precise regole. In caso contrario, a trarne benefici saranno solo in pochi.

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