L’impegno umanitario di Lisa Bosia Mirra è indubitabile

Il Partito Socialista prende atto del verdetto di condanna in prima istanza nei confronti di Lisa Bosia Mirra, pronunciato dal giudice della Pretura penale Siro Quadri, il quale ha confermato la pena pecuniaria di 80 aliquote sospesa con la condizionale per 2 anni. Durante la lettura della sentenza, il giudice Siro Quadri ha ricordato che la sentenza non mette in dubbio né l’impegno sociale di Lisa Bosia Mirra né le condizioni di emergenza umanitaria che l’hanno spinta a commettere gli atti che le sono stati imputati.

Va ricordato che i fatti commessi da Lisa Bosia Mirra hanno avuto luogo durante l’emergenza umanitaria venutasi a creare in Ticino e a Como durante l’estate dell’anno scorso, diventata particolarmente allarmante ad agosto 2016 e di cui una delegazione del Partito Socialista è stata testimone. Segnatamente a questa crisi umanitaria, più ONG – tra cui ‘Amnesty International’ e ‘Terre des hommes’ – hanno più volte denunciato dei seri problemi relativi al rinvio sistematico di minori non accompagnati, all’urgente bisogno di cure mediche e accoglienza di migranti malati, minori e donne incinte così come le preoccupanti condizioni di sopravvivenza cui i profughi sono costretti.

Il Partito Socialista esprime solidarietà a Lisa Bosia Mirra, evidenziando che ha agito in questo contesto, per delle ragioni umanitarie e che i fatti per cui è stato confermato il decreto d’accusa non disonorano la sua persona. La pena pronunciata, sospesa con la condizionale, inferiore alle 90 aliquote e per cui la Pretura penale è competente – contrariamente a quelle superiori per cui sono chiamati ad esprimersi i quattro giudici del Tribunale penale cantonale – conferma che i fatti imputati a Lisa Bosia Mirra non hanno nulla a che spartire con atti commessi per ragioni pecuniarie o criminali. In questo senso, il PS confida pienamente nella giustizia e nell’insieme dei suoi gradi di giudizio, cui Lisa Bosia Mirra si affiderà nel caso in cui dovesse decidere d’impugnare questa sentenza di prima istanza. In questo senso, va di nuovo ricordato il caso del pastore Guido Rivoir che nel 1974 fu assolto per ragioni umanitarie dal processo in cui era stato imputato per aver fatto entrare illegalmente in Svizzera 400 profughi che fuggivano dal sanguinario regime dittatoriale di Pinochet.

Oltre al fatto individuale e prettamente giudiziario che coinvolge la deputata PS al Gran Consiglio, s’impone l’emergenza umanitaria dei profughi, molti dei quali minorenni non accompagnati, per cui sono attualmente in corso più dibattiti, come quello relativo alla riforma degli accordi di Dublino. Una situazione insostenibile che preoccupa il Partito Socialista, di cui si continuerà a discutere e che esige una soluzione dal punto di vista politico

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