Parità salariale: il Consiglio nazionale annacqua un progetto di per sé già poco ambizioso

Sabato scorso ben 20’000 persone hanno manifestato a Berna, con lo slogan “Enough” – “Basta!”,  per rivendicare la parità salariale tra donna e uomo e affinché le discriminazioni finiscano una volta per tutte. Malgrado la pressione esercitata dalla piazza, la maggioranza di destra s’intestardisce nel portare avanti un approccio minimalista, annacquando oltretutto un progetto la cui natura era già di per sé simbolica. Il Partito Socialista e le Donne* socialiste svizzere prendono atto della direzione intrapresa, ma esprimono grande delusione riguardo all’insignificante passo in avanti verso una parità che di fatto appare ancora molto lontana.

Il Consiglio nazionale ha confermato la propria testardaggine nel proporre il minimo necessario in materia di misure per concretizzare la parità salariale. Se da un lato la parità in termini di diritto è stata acquisita da più decenni, la parità di fatto fa veramente molta fatica a essere realizzata. La maggioranza PLR-UDC ha infatti fatto di tutto per ridurre ancora di più un progetto già di per sé più che minimo, già ridotto dal Consiglio degli Stati.

Secondo Mathias Reynard, Consigliere nazionale vallesano del PS, «alla luce dell’energia espressa dalla manifestazione di sabato scorso, non si capisce come la maggioranza borghese del Consiglio nazionale non possa capire le attese e le rivendicazioni della popolazione». Siamo nel 2018 e le donne sono ancora vittime di discriminazioni, anche a livello salariale. Lo scarto salariale che non ha spiegazioni è del 7,5%, ovvero 7’000 franchi all’anno in media.

Il Partito Socialista e le Donne* socialiste si sono battuti invano per ristabilire la versione del progetto proposta inizialmente dal Consiglio federale. Una versione che includeva dei controlli obbligatori per le aziende con più di 50 collaboratori e collaboratrice, invece dei 100 posti a tempo pieno come proposto dalla destra.
Lo strumento del controllo dei salari, così, non è altro che un’arma spuntata, che può apparire incisiva ma che nei fatti risulta inefficace. Oggi molte aziende non sanno nemmeno che al loro interno ci sono delle differenze salariali sistematiche: la trasparenza, in questo caso, è una delle chiavi del problema.

L’approccio che lascia la libertà di agire alle aziende è ormai giunto alla fine. Il PS continuerà perciò a lottare affinché ci siano delle misure vincolanti che prevedano anche delle sanzioni contro le persone giuridiche che si rifiutano di applicare il principio di parità, iscritto nella legge, tra donna e uomo.

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