Un Sì inappellabile per il servizio pubblico e la pluralità dell’informazione

Il popolo ha deciso di respingere in modo schiacciante l’iniziativa per l’abolizione del canone radiotelevisivo. Un deciso NO a un’iniziativa estrema che dimostra l’attaccamento e il sostegno della popolazione per la nostra radiotelevisione. Un messaggio inappellabile espresso contro i tentativi di smantellamento e di privatizzazione del servizio pubblico.

Il Partito Socialista è molto soddisfatto che il popolo si sia espresso in modo inappellabile per la salvaguardia del servizio pubblico, in favore di un’offerta che garantisce la qualità e la pluralità dell’offerta radiotelevisiva in tutte le regioni del Paese e per la salvaguardia della pluralità dell’informazione. Anche nella Svizzera italiana il messaggio espresso dal popolo è chiaro e deciso, rivolto anche al campo che ha sostenuto l’iniziativa per l’abolizione del canone: il servizio pubblico non va smantellato, non va assolutamente consegnato alle logiche commerciali imposte dal marcato né nelle mani di miliardari che acquisiscono i media con il solo scopo di influenzare l’opinione pubblica.

Il servizio pubblico radiotelevisivo in Svizzera può esistere solo grazie al sistema di finanziamento garantito dal canone. Il popolo ha respinto in modo schiacciane un’iniziativa che avrebbe condotto alla scomparsa del servizio pubblico radiotelevisivo e significato la sua fine soprattutto per la Svizzera italiana, la Romandia e per quanto riguarda il romancio.

Alla luce del risultato odierno, della crisi che colpisce i media e della concentrazione del potere in questo ambito, il PS chiede una migliore protezione dei media. Ricordiamo infatti che l’ATS – l’Agenzia di stampa svizzera è colpita in questo momento da un’inaccettabile riduzione dei posti di lavoro e da licenziamenti. Il servizio pubblico offerto dall’ATS va tutelato poiché è indispensabile per la qualità dell’informazione e per la nostra democrazia.

Per quanto riguarda il regime finanziario della Confederazione, il popolo e i Cantoni hanno sostenuto con una larga maggioranza di ricondurlo, garantendo alla Confederazioni le risorse necessario per garantire le prestazioni e l’offerta di servizio pubblico.

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