È uscita la newsletter settimanale: «Sia rispettata la volontà popolare!» newsSocialiste – n°22, 2 giugno 2017

Nuova versione della Riforma III: insufficiente!

Le raccomandazioni presentate dal Consigliere federale Ueli Maurer, responsabile delle finanze della Confederazione, per il progetto della nuova versione della Riforma III dell’imposizione delle imprese non sono convincenti.
Rimangono aperti ancora troppi quesiti: l’aumento dell’imposizione dei dividendi non basta, le misure sociali compensatorie non sono sufficienti e gli errori contenuti nella Riforma III sottoposta a votazione non sono stati corretti.  Con questa “Riforma III bis”, sarà impossibile convincere la popolazione della necessità di operare degli sgravi fiscali miliardari.

Lo scorso 12 febbraio, il 60% del popolo ha espresso un chiaro NO alla Riforma III. Da questa sconfitta, il Consiglio federale, le associazioni dell’economia e i partiti borghesi avrebbero dovuto capire che per portare in porto una riforma del genere è necessario tenere conto del parere dell’insieme dei partiti e dei gruppi d’interesse.Eppure la presentazione di Ueli Maurer – tenutasi ieri – ha mostrato che allo stato attuale, la nuova versione della Riforma presenta numerosi problemi è non è ancora sufficiente.

 

NO alla forzatura di nuovi sgravi fiscali
prima della nuova Riforma III

Lo scorso 14 febbraio abbiamo dovuto ricordare alla destra e a Christian Vitta che non potevano portare avanti degli sgravi fiscali, come avevano annunciato di voler fare, ignorando il netto rifiuto del popolo alla Riforma III.

Eppure, questa settimana, sia Christian Vitta sia la rediviva Marina Masoni, hanno ritenuto di rilanciare la questione degli sgravi fiscali, nel disprezzo del risultato dello scorso 12 febbraio e anticipando i tempi della nuova versione della Riforma III che non solo non è pronta, ma presenta ancora più problemi.

Questo modo di fare non è accettabile, così come non lo è il fatto di citare quale esempio la riforma fiscale del Canton Vaud evitando sistematicamente di dire che il Consiglio di Stato vodese ha deciso di sospenderla fino a quando la nuova versione della Riforma III verrà ultimata.

 

Per una vita dignitosa, dei salari realmente dignitosi

Ci opponiamo all’introduzione di un minimo salariale legale inferiore alle prestazioni sociali di base del Cantone. Non è accettabile che lo Stato riconosca legalmente un salario minimo che richiede il suo intervento: le prestazioni sociali sono previste per aiutare chi è in difficoltà, non per sovvenzionare le aziende che generano una pressione salariale al ribasso.

Questa settimana abbiamo ribadito che un salario dignitoso non può e non deve essere inferiore alla soglia definita dalle prestazioni sociali di base del Cantone. Sulla base di questo principio, tra le nove misure urgenti a tutela del lavoro e dei salari in Ticino, lo scorso 29 aprile la Conferenza cantonale del Partito ha accolto la misura di un salario minimo legale tra i 3’750 e i 4’000 franchi.

Le differenti distinzioni riguardo al salario minimo formulate dai partiti di maggioranza, così come dai rappresentanti dell’economia, sono molto distanti dalla realtà vissuta dalla popolazione. Sono fuorvianti e distolgono l’attenzione dal nocciolo della questione.

 

Smantellamento degli uffici postali:
La Posta fa un passo indietro, ma non basta!

A inizio settimana La Posta ha annunciato che ha chiuso il primo trimestre con un utile di 267 milioni, 75 in più rispetto all’anno scorso. Un risultato in netto contrasto con la decisione della direzione della Posta di smantellare il servizio universale chiudendo in modo indiscriminato un alto numero di uffici postali e una riduzione spropositata del personale.

Mercoledì, La Posta ha annunciato un piccolo passo indietro che però non basta. La strategia della Posta è chiara: annuncia una misura esagerata e poi torna un po’ sui suoi passi, come se la pillola potesse diventare meno amara. Sono ancora troppi gli uffici postali che chiuderanno e quelli a rischio.

Ci siamo mossi contro lo smantellamento della Posta e sosteniamo l’opposizione contro la chiusura indiscriminata degli uffici postali. Abbiamo presentato l’iniziativa cantonale approvata dal Gran Consiglio e presentata a Berna. Continueremo perciò a mobilitarci al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della Posta, così come dei sindacati, opponendoci a delle chiusure di uffici e a una riduzione del personale che riteniamo, anche dopo questo primo passo della Posta, indiscriminate.

 

Riuscite le due iniziative per rinforzare la sanità pubblica

Le due iniziative per rinforzare la sanità pubblica hanno raccolto ben 27’000 firme! Il successo e l’interesse riscontrati dall’iniziativa “Per la qualità e sicurezza delle cure ospedaliere”, le cui 13’000 firme sono state depositate questa mattina, così come da “Per cure mediche e ospedaliere di qualità” – 14’000 firme depositate venerdì scorso – dimostrano che la popolazione tiene particolarmente a una sanità pubblica di qualità e di prossimità. Abbiamo sostenuto entrambe le iniziative e contiamo più esponenti tra i firmatari. Ci congratuliamo con le promotrici e i promotori di entrambe le iniziative e salutiamo il loro impegno.

Lunedì quasi 13’000 firme per l’iniziativa “Per la qualità e sicurezza delle cure ospedaliere” sono state depositate dal comitato promotore alla Cancelleria dello Stato. Il successo e l’interesse riscontrati dimostrano il particolare interesse della popolazione per una sanità pubblica di qualità e di prossimità. Quest’iniziativa chiede che tutti gli ospedali – pubblici e privati – che beneficiano di finanziamenti pubblici, rispondano agli stessi criteri di qualità, sicurezza e appropriatezza delle cure. L’iniziativa chiede inoltre che siano garantite condizioni di lavoro eque e trasparenza economica. In questo contesto va evidenziato che il Cantone, nel 2015, in termini di contributi pubblici ha speso 184 milioni per l’EOC e 125 milioni per gli istituti ospedalieri privati.

Quasi 14’000 firme sono state depositate per l’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di qualità”-
Quest’iniziativa chiede che la promozione della medicina di base e di famiglia, definita dall’articolo 117 della Costituzione federale e votata nel maggio del 2014 dall’87,7% della popolazione, venga finalmente concretizzata anche in Ticino. Le cure di base devono essere accessibili a tutti, su tutto il territorio e in tempo utile anche nelle regioni discoste, senza svantaggiare persone anziane o disabili. Gli ospedali di valle rispondono ai bisogni della popolazione, sono vicini ai pazienti e alle loro famiglie; sono affidabili e meno cari.

Tasso di riferimento ipotecario all’1,5%: gli inquilini hanno diritto alla riduzione degli affitti

Con il tasso ipotecario di riferimento all’1,5%, la stragrande maggioranza degli inquilini ha diritto a una riduzione dell’affitto!
Dal 2009 a oggi gli affitti avrebbero dovuto abbassarsi di ben 7 miliardi di franchi svizzeri. In realtà sono aumentati di 2,5 miliardi di franchi svizzeri.
L’Associazione svizzera degli inquilini ha lanciato una campagna per incoraggiare gli inquilini a chiedere la riduzione necessaria.
In questo modo l’’inquilino riesce a risparmiare centinaia di franchi all’anno. Grazie a questo basso tasso d’interesse, una famiglia media dovrebbe pagare ca. Fr. 275.- in meno al mese per l’affitto. Un risparmio annuale di almeno Fr. 3.300.-

Un calcolatore della pigione, una lettera già predisposta e tutte le informazioni utili sono disponibili al seguente link:

 

NO all’acquisto di nuovi aerei caccia

La destra in Parlamento ha già aumentato il budget dell’esercito di 1.2 miliardi all’anno fino al 2020. La conseguenza di questa decisione nefasta sono i tagli nella formazione e nei finanziamenti per ridurre i premi cassa malati.

Pensare di acquistare dei nuovi aerei da combattimento è dunque totalmente inaccettabile, soprattutto alla luce del NO di oltre un milione e mezzo di votanti ai caccia Gripen nel 2014. Diciamo NO! Ci opponiamo a una decisione del genere, soprattutto se presa in assenza di un consenso democratico.

 

Solo l’iniziativa sulla trasparenza potrà fare luce sulle zone d’ombra

Giovedì, al Consiglio nazionale, la destra ha di nuovo rifiutato delle proposte – due in questo caso –  il cui obiettivo è più trasparenza nel finanziamento della politica. Secondo la destra, la popolazione non deve sapere né chi finanzia le campagne politiche, i partiti e i politici né quali siano le somme in gioco.

L’iniziativa sulla trasparenza vuole porre rimedio a questo problema poiché la popolazione ha il diritto di accedere a queste informazioni, indispensabile per costruire un’opinione solida. Perseverare a volere privare le cittadine e i cittadini di queste indispensabili informazioni significa alimentare un’opacità a danno della democrazia.

La Festa del Ceneri: domenica 11 giugno

 

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