NO all’imbroglio della Riforma III dell’imposizione delle imprese

Il Comitato per il NO alla Riforma III dell’imposizione delle imprese si oppone con decisione a una riforma che – se non sarà rifiutata – causerà delle perdite finanziare nefaste soprattutto per le Città e i Comuni. Il solo modo per evitare questa fregatura a favore delle grandi aziende e dei loro azionisti a danno della popolazione è votare NO all’imbroglio della Riforma III dell’imposizione delle imprese, rifiutandola con decisione il prossimo 12 febbraio.

La Riforma III dell’imposizione delle imprese, sottoposta a votazione popolare il prossimo 12 febbraio, provocherà delle perdite per le casse della Confederazione, dei Cantoni, delle Città e dei Comuni di almeno 2,7 – 3 miliardi di franchi.

Il Comitato per il NO alla Riforma III dell’imposizione delle imprese si oppone con decisione a questa riforma che – se non sarà rifiutata – provocherà delle conseguenze nefaste soprattutto sulle finanze delle Città e dei Comuni. Per la sola città di Lugano, ad esempio, si prevede una diminuzione delle entrate di 20 milioni di franchi per una città di soli 70’000 abitanti. Questo indica le difficoltà che i Comuni dovranno affrontare: con la Riforma III dell’imposizione delle imprese sarà loro impossibile garantire le attuali prestazioni sociali e il servizio pubblico. Saranno quindi obbligati a tagliare delle prestazioni e ad aumentare le imposte.

La riduzione delle entrate causata dalla Riforma III è stata anche denunciata da più eletti negli esecutivi delle città svizzere membri di più partiti politici, tra cui i responsabili delle finanze, a dimostrazione del fatto che le perdite generate dalla Riforma III sono d’interesse pubblico.

Inizialmente prevista per rispondere alla necessità di adeguare il nostro Paese agli standard internazionali abolendo le facilitazioni fiscali delle imprese a statuto speciale, la Riforma III è stata invece trasformata dal Parlamento in un sistema opaco di nuovi privilegi fiscali a favore delle grandi imprese e dei loro azionisti. E questo a danno della popolazione, in particolare del ceto medio, che dovrà pagarne e subirne le conseguenze.

La politica degli sgravi fiscali ha già causato delle perdite miliardarie per cui la popolazione e il ceto medio pagano ancora oggi le conseguenze. È stato il caso con la Riforma II che nel 2008 venne presentata come una riforma che non avrebbe avuto gravi conseguenze e che invece ha causato delle perdite miliardarie con conseguenti tagli nel sociale e nel servizio pubblico. Lo ha confermato anche il Tribunale federale: la popolazione era stata ingannata.

Il solo modo per non ripetere lo stesso errore e per evitare una nuova fregatura a danno della popolazione è votare NO all’imbroglio della Riforma III dell’imposizione delle imprese, rifiutandola con decisione il prossimo 12 febbraio.

 

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